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i divoratori | 373 |
a consolare Nancy, che udì con attonita incredulità queste critiche; nè valse a calmare Bemolle, smaniante in frenetica ira; nè a trattenere l’indignata Fräulein dallo scrivere al «Corriere della Sera» al «Berliner Tageblatt» e al «Times» delle lunghe lettere in proposito. (Ma non è detto che quei giornali le pubblicassero).
Anne-Marie che non leggeva critiche, nè sapeva che al mondo vi fossero dei Musicisti Veri, era gaia e felice e adorava l’Italia. Per consolarla del lontano Schopenhauer, Nancy le aveva regalato un piccolo cane bassetto. Anne-Marie lo conduceva a passeggio nei Giardini, vergognandosi non poco delle sue gambe storte, e del suo corpo lungo e contorto come una sinfonia del Mahler; ma essa lo adorava ancor più per queste sue immeritate disgrazie.
Il bassetto fu battezzato «Steiner» perchè univa a un colore bruno-dorato e ad una certa turgidità di corpo, una debolezza di voce spesso notata da Anne-Marie in quegli eccellenti violini tirolesi.
....Molta gente veniva a trovarli all’Hôtel per esprimere le loro vedute. Vennero anche i Musicisti Veri, che fecero molta paura ad Anne-Marie, e ancor più paura a Nancy.
— Che cosa credete di farne di vostra figlia? — chiese uno di loro, sorseggiando il thè e mangiando dei biscotti nel salotto di Nancy, coll’aria di farle un favore. — Cosa sperate che diventi?
— Non lo so, — disse Nancy. — Per ora sono contenta di ciò che è.
— Male. Dovete pensare all’avvenire. Se voi desiderate che essa divenga una grande, una vera artista....
— Non so se lo desidero, — disse Nancy. — Se dall’essere una grande artista essa degenerasse — e Nancy sorrise — fino a non essere altro che una fanciulla felice, non credo che me ne lagnerei.