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i divoratori 357


— È vero! — esclamò Bemolle, battendosi la fronte. — E adesso come facciamo? Bisognerà ritelegrafare a Roma, e rifiutare.

— Oh! non rifiutiamo Roma! — esclamò Nancy. — Disdiciamo piuttosto Stoccolma.

Dunque disdissero Stoccolma; e promisero a quella città una data in marzo, immediatamente dopo Roma e immediatamente prima di Berlino, dove Anne-Marie era scritturata per la «Kaiserfest» a suonare il Concerto di Max Bruch, accompagnata da quel grande compositore in persona.

Quando — con molte difficoltà e molti telegrammi — questo itinerario fu chiaramente stabilito, Nancy, guardando il taccuino di Bemolle in cui venivano notati gli impegni e le date, osservò:

— Come faremo ad andare da Roma a Stoccolma, e da Stoccolma a Berlino in sei giorni, con tre concerti in mezzo?

— Non è possibile, — disse Fräulein. — Metti che da Berlino a Warnemünde...

— Oh, non importano i dettagli, Fräulein, — sospirò Nancy. — È chiaro che non si può fare.

— Bisognerà disdire i concerti di Roma, — osservò Fräulein.

— Non si può, non si può, — esclamò Bemolle.

— Ebbene, allora bisogna rinunciare a Berlino, — disse Nancy.

— Impossibile! assolutamente impossibile.

— Allora non ci resta che a ricancellare Stoccolma.

E ricancellarono Stoccolma, mediante telegrammi che costarono cento cinquanta franchi, e pagando un indennizzo di due mila franchi; senza tener conto delle umilianti lettere piene di minaccie e di recriminazioni che per un pezzo amareggiarono la loro esistenza.