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i divoratori 355


XXIII.

Furtivo, in punta de’ piedi, il Pifferaro Pezzato passò vicino ad Anne-Marie e le suonò piano piano all’orecchio le sue melodie. Anne-Marie lo ascoltò con occhi larghi e smarriti. E quelle melodie, essa le udiva tutto il giorno ronzare e mormorare e cantare nelle orecchie, finchè, per liberarsene, le fece imprigionare sulla carta da Bemolle.

Tutto ciò ch’essa udiva si svolgeva in canti, si scioglieva in armonie, si divideva in ritmi. Le rime di «Mother Goose» furono tutte messe in musica. Anche «Struvelpeter» e «La vispa Teresa» e «Ara bell’ara». Tutti i versi che udiva li musicava. Tutti i personaggi prediletti delle fiabe di Andersen — la Principessa e la piccola Sirena, la cattiva Matrigna e i perfidi Gnomi — tutti corrispondevano nella mente di Anne-Marie a certe battute di musica.

Bemolle, sbigottito, esclamava:

— Ma questa bambina ha il senso del Leitmotiv!

Era stato deciso che Bemolle avrebbe le sue mattinate libere, perchè potesse lavorare alle sue composizioni. Due o tre anni prima egli aveva, mediante molti sacrifici e piccole privazioni, comperato un buon libretto per la sua sognata opera, di cui già a Praga, quando veniva col Professore a suonare per Anne-Marie, aveva cominciato a comporre i principali temi. Era anche nel bel mezzo di un poema sinfonico sulla poesia di Edgar Poe, «Eldorado». Egli talvolta ne suonava dei brani ad Anne-Marie, e più sovente a Nancy.

Gaily bedight, a gallant knight,
In sunshine and in shadow...