Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/364

352 annie vivanti


XXII.

— Anne-Marie, il Re vuole udirti a suonare.

— Il Re? il vero Re?

— Sì!

— Non un Re di racconti delle fate?

— No. Il Re d’Inghilterra.

— Quello che era ammalato tanto tempo fa e che io ho fatto guarire?

Nancy sorrise.

— L’hai fatto guarire tu? Questo non lo sapevo.

— Sì, — disse Anne-Marie con gravità. — L’ho fatto guarire io. Il giorno del mio natalizio al Gartenhaus. Tu eri via.

— Sì, io ero via, — sospirò Nancy.

— E avevo sette candele intorno alla torta che mi aveva regalato Fräulein.

— «Das Geburtstagskuchen», — pronunciò Fräulein, con gutturale solennità. — Avevi sette candele; una per ogni anno della tua vita.

— E, sai, mamma! — ogni candela è un desiderio, — spiegò Anne-Marie a sua madre. — Si desidera una cosa, poi si soffia, e se la candela si spegne subito, allora il desiderio si compie. Fräulein l’ha anche messo in poesia:

Se il cuore è puro
E il desiderio sicuro,
Spegni la candela,
E avrai tutto quello che vuoi.

— Ma no, ma no, — corresse Fräulein. — Non è così. Gli ultimi due versi sono: