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274 | annie vivanti |
tere»! E Quella delle Lettere era una creatura selvatica, libera, ardente e lieta.
E nulla era più dolce al suo cuore che questo sottile e delicato «amor di lontano», questa passione traverso la distanza per un non veduto, non conosciuto amante.
Ah, come era moderno e piccante tutto ciò! Eppoi anche così tredicesimo-secolo! Non c’era stato Jaufré Rudel, il principe poeta, che amò per tanti anni la non veduta contessa Melisenda?... E finalmente venne a morirle ai piedi?
Amore di terra lontana |
Anche loro s’amerebbero così, d’un amore assurdo e meraviglioso. Amarsi così, senza l’intervento di alcuno dei loro sensi, doveva pur essere il più alto, il perfetto, il divino modo d’amare.
Così Nancy visse nel suo sogno e lanciò da un emisfero all’altro le leggiere lettere d’amore.
- «Cher Inconnu,
«Vi scrivo perchè piove, e il cielo è di flanella grigia. Direte che ieri vi ho scritto perchè faceva bel tempo e il cielo era di raso celeste.
«È vero. Ma sono buone ragioni entrambe per me, che sono quasi innamorata di voi — quasi follemente, quasi disperatamente, quasi divinamente innamorata!
«Io ho paura d’amarvi. Ho paura dell’amore come un bimbo ha paura d’una stanza buia nella quale non è entrato mai. Che cosa si nasconde in quegli angoli neri? Degli spettri, degli orchi, delle belve?... Certo, il Dolore, appena entro, mi si avventerà al collo (al piccolo collo che non conosce che la stretta d’una collana di perle),