Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/270

258 annie vivanti

dicendolo... Intanto accludeva cinquecento dollari. E che Nancy ne avesse cura perchè cinquecento dollari non sono una parola. Sono duemila cinquecento franchi. E farebbe bene a prendere quell’appartamento disopra che costava meno; e a pagare otto dollari invece di dieci al mese a Minna, che sarebbero ancora fin troppi!... E coraggio! che probabilmente tra pochi mesi tutto sarebbe a posto, e sarebbero tanto felici. E addio, addio! Che i santi la proteggessero! Che il buon Dio guardasse lei e Anne-Marie! Ed oh! pregassero per lui, che era per sempre il loro infelice Aldo.


Nancy sedette rigida e stupefatta con la lettera e i cinque biglietti da cento dollari in mano.

Aldo non sarebbe tornato! Non tornerebbe più. Le aveva lasciate sole, lei e Anne-Marie; sole ad affrontare la vita.

Tutto quel giorno Nancy portò il suo cuore freddo e greve come una roccia nel suo petto delicato.

Quando fu notte andò nella camera di Aldo. Si guardò attorno. Davvero era una meschina e miserabile stanza. Tutto in essa — dalla finestra coi vetri rotti che dava su un muro umido, alla porta sverniciata che non chiudeva; dal tappeto logoro, all’ottomana sudicia e storta; dal caminetto col pezzetto di specchio appoggiato al muro, alla catinella rotta — tutto, tutto era orribile, tutto spingeva a fuggire e a non ritornare più.

E guardandosi attorno in quella camera deserta, Nancy si sentì pungere gli occhi da ardenti lagrime di compassione.

Povero Aldo! Così decorativo, così estetico, così inetto alla lotta per l’esistenza! Dunque non sarebbe tornato più. Dopo tutto, come biasimarlo? Che cosa trovava quando veniva a casa? Queste bruttezze, queste meschinità. Null’altro.