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i divoratori | 179 |
déjeuner. Era un déjeuner che costava trentadue franchi. E non bisognava sprecarlo.
— E... l’hai vista? — chiese Nancy, legando un tovagliolo al collo della bambola dietro richiesta di Anne-Marie.
— Chi? — chiese Aldo con la bocca piena.
— Ma... il volatile occidentale, — disse Nancy, per fargli sentire che il suo perdono era completo.
— Sì, l’ho vista, — disse Aldo.
Nancy, che stava per mangiare, mise giù la forchetta. Si sentiva male.
— E allora?
Aldo si schiarì la gola, prese un sorso di vino e si asciugò la bocca.
— E allora... è una vecchia strega abbrutita, — disse.
Vi fu una pausa. Poi continuò:
— Ho messo carte in tavola. Le ho detto chi eri tu, le ho detto di Anne-Marie... tutto, insomma. E quando avevo finito mi ha guardato a questo modo, — Aldo illustrò, — e mi ha scagliato un volgare insulto americano. Poi mi ha voltato le spalle, e via!
Nancy gli tese la mano attraverso la tavola.
— Caro Aldo, — disse.
— Te l’ho detto io, — continuò lui, — che quel genere di donna non può soffrire che un individuo abbia famiglia! È inutile. Non glielo perdonano.
— Forse — azzardò Nancy, con le fossette appena accennate — non perdonano all’individuo il modo in cui egli tratta la sua famiglia!
— Ebbene, basta, — disse Aldo. — Tanto, quella lì è come se non avesse mai esistito. È eliminata.
(Ma non lo era).
Alle quattro del pomeriggio, Aldo, Nancy, Anne-Marie e la bambola uscirono e andarono a sedere sulla