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178 | annie vivanti |
Proprio in quell’istante Aldo aprì il cancello, ed entrò. Scorse subito la piccola cosa inerte ai suoi piedi, e la sollevò. Poi alzò gli occhi al balcone e vide la faccia turbata di Nancy e la frenesia di dolore che contorceva il piccolo viso di sua figlia. Non fece che un cenno colla mano, e ripartì, portando via con sè la bambola morta. Passava una carrozza ed egli la fermò. Disse al cocchiere:
— La Condamine. E in fretta!
I due cavalli fini e nervosi partirono al gran trotto.
Aldo comperò la bambola che aveva visto alla mattina, quella che aveva le ciglia di veri peli innestati nelle palpebre; la pagò ventidue franchi invece di ventotto; e ritornò con scalpitìo di cavalli e schioccar di frusta all’albergo.
Quando gli occhi di Anne-Marie videro quella bambola, e quando Nancy vide gli occhi di Anne-Marie, Aldo comprese che tutto gli era perdonato.
— E il Casino, che cosa ti ha reso? — chiese Nancy.
— Non so ancora. Devo tornarci fra due ore, — disse Aldo. — Adesso facciamo colazione.
Presero una colazione eccellente, con «cocktails», e vino del Reno, e chartreuse: poichè, messo di fronte a una situazione disperata in cui l’economizzare cinquanta centesimi non faceva nè caldo nè freddo, l’antenato bottegaio nelle vene di Aldo cedeva il posto al sereno lazzarone il quale mangia i suoi spaghetti oggi e non se n’incarica di quello che mangerà domani.
— Se quegli infami del Casino ti danno cinque o sei mila franchi, non bisognerà lamentarsi, — disse Nancy. — Non si può poi pretendere, vero? che ti rendano le intere diciotto mila.
— Eh, sicuro, — disse Aldo senza alzare gli occhi. Egli sapeva già qualche cosa riguardo ai «viatiques»; ma non volle che questa sua cognizione gli guastasse il