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i divoratori | 163 |
di essi; era calvo, con la barba in punta, e la guardava con occhi penetranti.
— «Pardon»... — balbettò Nancy. — Cerco il signor Della Rocca...
— Ah, davvero? — disse l’uomo dalla barba. — Non ho il piacere di conoscerlo.
Un uomo biondo che gli sedeva vicino, sorrise.
— Non saprebbe dirmi dove posso trovarlo? — disse Nancy, sentendosi arrossire al punto che le lagrime le vennero agli occhi.
— Che cos’è questo signore? Cosa fa? — domandò l’uomo biondo.
— È... è venuto qui tre settimane fa... ha un sistema, — balbettò Nancy. — Gli ho telegrafato, ma non ha ricevuto il dispaccio. La padrona dell’Hôtel m’ha detto che lo troverei qui.
Erano entrate alcune altre persone, che la ascoltavano, divertendosi.
— Ah! ah! Dunque questo signore ha un sistema! — disse a voce alta e marcata l’uomo colla barba.
E Nancy vide che faceva un cenno significante a qualcuno rimpetto a lui, ch’essa non vedeva perchè gli volgeva le spalle. Una paura immensa la invase. Cosa aveva fatto? Aveva detto del sistema a questi uomini che erano probabilmente i proprietari del Casino!
Comprese che facendo ciò ella aveva rovinato per sempre le fortune di Aldo. Ma nulla le importava ormai... Nulla, eccetto di ritrovarlo, e di non esser più in giro così sola per il mondo.
— A quale Hôtel state, signorina? — domandò l’uomo biondo.
— All’Hôtel des Colonies, — disse Nancy, con voce tremante.
— E vi chiamate?