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94 | annie vivanti |
Aldo volse verso di loro il mirabile profilo.
— Vi condurrò sulla strada di Monza, — disse.
— Oh Dio! No! — fece Clarissa, — non su quella brutta stradaccia noiosa dove nessuno ci vede.
— Oggi conduco a passeggio i cavalli, non le tue «toilettes», — replicò suo cognato, e si volse, prendendo a rapido trotto per la via di Monza.
— Il est si spirituel! — disse ridendo Clarissa, che ad ogni più piccola emozione traboccava nel francese.
La lunga via polverosa fiancheggiata di platani, si stendeva davanti a loro; ed i sauri andavano come il vento.
A un tratto, vicino alle prime case di Sesto, sentirono che Aldo frenava subitamente, e si sporsero per vederne la ragione. A pochi metri davanti a loro, in mezzo alla via, due donne e un uomo si dibattevano, avvinghiati, ansanti, mentre un gruppo di bambini li guardava spaventati da una porta. Il nodo umano si contorceva in sinistro silenzio. L’uomo di cui, anche da lontano, Nancy vedeva i capelli scompigliati e la faccia paonazza, era riuscito a liberare un braccio dalla stretta convulsa delle donne, ed ora, con rapido moto, strappò dalla tasca qualche cosa su cui il sole balenò.
— Dio! Ha un coltello o un revolver! — sussurrò Nancy.
Anche le donne avevano veduto, e urlavano, aggrappandosi a quel braccio levato, e invocando aiuto.
Rapida, Nancy sporse in avanti le piccole mani vigorose:
— Posso tenerli io i cavalli, — disse, e afferrò le redini.
Aldo si volse sorpreso:
— Ma cosa fa? ma perchè? — poi s’interruppe.
Ella gli lesse un dubbio in viso, ma lo fraintese.