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i divoratori 91

cuore; e subito le parlò della sua casa nella contea di Kent, dove il suo vedovo padre Sir Frederick Kingsley e la sua unica sorellina, vivevano circondati da un vasto parco antico, tutto ombre e silenzi verdi.

— Mi fate venir la nostalgia, — disse Nancy.

Il signor Kingsley parve contento.

— Voi dunque ricordate l’Inghilterra?

— Oh no! — disse Nancy. — Io ho sempre la nostalgia di cose che non ricordo, o di cose che non ho conosciuto mai.

Sorrise; ma nei suoi occhi oscillava la tristezza solitaria dell’anima del sognatore.

L’inglese tossì, perchè gli argomenti astratti lo imbarazzavano.

Poi, con fare tranquillo e metodico, disse:

— Spero che lavorerete molto e che farete delle grandi cose.


Nancy decise che così farebbe. Si alzò per tempo l’indomani, e scrisse nel suo diario: «Incipit vita nova». Poi fece un elaborato orario per l’impiego di tutte le sue giornate, e una lista delle cose che voleva scrivere: concetti e idee che da mesi le turbinavano nella mente, ma che sempre erano disperse da frivole visite e futili conversazioni.

Si sentì impaziente, e felice, e smaniosa di cominciare! Il grande foglio di carta bianca le stava davanti come una meravigliosa terra inesplorata, piena di splendide promesse e d’infinite possibilità. Tremante e lieta, Nancy vi tracciò sopra coll’indice reverente il segno della croce.

Poi qualcuno bussò alla porta.

Era Clarissa Della Rocca, la sorella maritata di Nino, lunga, linda e liscia in vesti attillate.

Mes amours! — esclamò abbracciando