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PER NOZZE

Lá dove il piè declina
su l’ubertoso piano
dolcissima collina
non lungi al mio Bassano,

bella magion si affaccia
di Vito al tempio appresso,
che tutto serba in faccia
il Golin genio impresso.

Bianchissima parete
il verde suol contorna,
cui lungo stuol di liete
marmoree statue adorna.

Al destro lato siede
cultissimo giardino,
in cui spuntar si vede
l’arancio e il gelsomino.

Quivi natura ed arte
in gareggiar unite
offrono in ogni parte
immagini gradite.

Quivi de l’annue cure
signor gravato e stanco
fra tenere verdure
posi l’autunno il fianco.

E del recesso aprico
nel placido soggiorno
scorgi drappello amico
farti corona intorno.

Io pur su verdi zolle
teco talor mi assido,
che da l’etá piú molle
ti fui gradito e fido.

Anche il piú nobil fiore
de l’ immortai Vinegia
di passar teco Bore
giá non disdegna o spregia.