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VITA NUOVA XXV 0-10 71 Musa, virimi. Per Ovidio parla Amore, sì come se fosse persona umana, ne lo principio de lo libro o’ha nome Libro di Remedio d’Amore, quivi: Bella michi, video, bella parantur, ait.

E per questo puote essere manifesto a chi dubita in alcuna 5 parte (li questo mio libello. E acciò che non ue pigli alcuna 10 baldanza persona grossa, dico che nò li poete parlavano così sanza ragione, nè quelli che rimano deono parlare così, non avendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono; però cho grande vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto io vesta di figura o di coloro rettori co, e poscia, domandato, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta, in guisa che avessero verace intendimento. E questo mio primo amico ed io ne sapemo bene di quelli cho così rimano stoltamente.

2. k b p libro cha nome rimedio damore; M libro dirimedio dai no re-, w libro channonu Ottidio delrimedio damore ; A libro dello rimedio della uita et arU dalli amanti. C. u parlano. 0. a compone, 10. a ometto poteia.

qualche copista della lezione errata di a (remo, lo modo, o simile, che k riprodusse e b cambiò in medio del), oppure la lezione dalla quale, chi sa per qual caso, quel remo, lo modo derivò 1 Nell1 incertezza iu cui siamo sulla provenienza di ritenendo, e dato P uso largo ohe si faceva allora di recitare nel senso di riferire, allegare, ripetere eoe., ragion vuole che si preferisca quest’ ultima lezione.

2. Leggo libro che ha nome Lilrro di rimedio d’Amore come ha s, e anche 0, perchè con questa lezione meglio si spiegano le molte varianti. Intanto che ha nome è di tutti e quattro i gruppi. Che a e p ab- biano, ciascuno per proprio conto, omesso il secondo libro e per conseguenza il di successivo, è cosa facilissima. La lezione di M sarà dovuta all’ essere V occhio del copista trascorso dal primo al secondo libro, e conferma quindi la lezione di s. E anche iu w non si sarà sostituito Ovidio per isfug- gire la solita ripetizione ? Che corte ripetizioni (ad es., in quel tempo era papa il papa Bonifazio, Storie pistoiesi, Firenze 1578, p. 13) a Dante e ai suoi contemporanei non spiacessoro ò risaputo ; e per il nostro [»asso ecco due esempi che fan no al caso : Conti, 1,10 (cod.

Laur. XC sup. 134, c. 7h): Cantra questi cotali grida Tulio nel principio d’un suo libro che si chiama Libro di fine de’beni; Cronica fiorentina compilata nel sec. xm (in Vili.aki, I primi due secoli della storia di Firenze, II, 222) : .... questo libro est chiamato il libro delle storie iscolastiche.

6. parlavano. I moderni editori preferiscono parlano; ma qui ò distinto quelli che rimano dai poete, cioè dai poeti in lingua latina, e per quelli conviene il presente, ma per questi il passato: cfr. XXV 3, erano dicitori d’amore certi