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60 C. REINA

per le navate del tempio, negli scambievoli sguardi rivelaronsi l’arcana parola dell’anime loro?

Chi sa quante volte con inusitato rispetto al vecchio strinse la mano plaudendo a quel giovinetto biondo, presangendogli nel nome suo dolce la fortuna e la fama?

Chi sa quante volte lo spirito del Bellini spaziava negli immensi eterni fulgori alle armonie degli organi, destate dalle tue magiche dita, o pensoso Geremia?

Obliato Maestro! dopo ben lunghi anni dalla tua morte, ora che la Patria ricorda la nascita del suo più illustre figlio, noi ti evochiamo, anelando sollevarci in più pure regioni, agli accordi mistici e solenni per cui i nostri padri ti proclamarono illustre.

Sarà benemerito certamente colui che raccoglierà con paziente amore le tue carte, disperse dall’incuria dei tuoi concittadini, e i ricordi della tua vita vorrà tramandare ai posteri, cui giungeranno, forse, più sacri i nomi che la Patria ha dimenticati.

Di gusto severo, d’eccellente discernimento sa-