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villa d'este a cernobbio

intanto a dare una capatina alla villa gli agenti segreti del marito della principessa, il futuro re Giorgio IV. La magnifica residenza nell'ameno seno Lariano offerse, specialmente coi suoi viali ombrosi e coi meandri del parco perdentesi nelle ondulazioni del terreno, un campo propizio alle spedizioni di una polizia poco scrupolosa.

Questa avvolse la villa in una rete di spionaggi ai quali la sventata signora diede facile esca. Deus ex machina di tutte codeste mene della corte inglese fu allora in Lombardia il diplomatico tedesco Barone Ompteda, al servizio del governo di Hannover. La sua azione, fin qui avvolta in un grande mistero, è ormai meglio conosciuta per la pubblicazione di un nipote di lui1, e grazie al libro del Clerici sulla principessa di Galles (Milano, Treves, 1904) ricco di notizie riguardanti le avventure delle quali fu teatro la villa d'Este. Nell'estate del 1820 Carolina di Galles, divenuta regina, lasciava definitivamente l'Italia per recarsi in Inghilterra ove l'attendevano il processo clamoroso e le ultime fasi della tenzone, che palesò la sua fortezza d'animo e ne logorò anzi tempo la vita. Villa d'Este ottenne più quieti destini. Essa è ora il più celebre albergo del lago di Como, ritrovo della società cosmopolita, e sovratutto nell'autunno, è incessante il via vai in quel seno protetto dal promontorio del Pizzo, per i viali che tuttora conducono a statue, a grotte, a fontane. Le tradizioni, le grandi memorie storiche di cui quelle vestigia artistiche agevolano la rievocazione si uniscono all'incanto della natura per assicurare a Villa d'Este una fisionomia speciale, che bene armonizza con quel nome, vanto diviso da splendide compagne, simbolo delle glorie della rinascenza italiana.

Giuseppe Gallavresi.



  1. L. Ompteda, Irrfahrteu und Abentener eines mittelstatlichen Diplomaten (Leipzig, 1894).