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villa d'este a cerbobbio

dal vetusto ceppo dei Guelfi. La principessa Carolina disegnò tosto grandi ampliamenti ed abbellimenti alla villa. La solenne inaugurazione, fatta il 24 d'Agosto, non significò il compimento dei lavori, ma fu occasione a festeggiamenti pomposi. Bernardo Bellini, amico e cantore della Principessa, che sovente la visitava durante il suo soggiorno sulle rive del lago, pubblicò, in tale ricorrenza, coi tipi dell'Ostinelli di Como, una cantata che così aveva termine:


Ove il Lario più ridente
        Specchio fa di Plinio al nido,
        Caro a Venere e a Cupido
        Aureo tetto accoglie in sen.

Boschereccia argentea scena
        Gli fa il colle e l'onda intorno,
        Ed a lui sorride il giorno
        Con un placido seren.

Qui al tuo coltissimo
        Leggiadro spirito
        Soggiorno amabile
        Porge il destin.

In lui riposati,
        E amica fregialo
        D'Este col celebre
        Nome divin.

Este ripetere
        Dal cavo speco
        Sentirai l'eco
        Con suon gentil.

Vedrai le Oreadi
        I suoi frondiferi
        Giardini spargere
        D'eterno april.

Infatti i giardini della villa, che sono così caratteristici col loro ordinamento all'italiana e le loro graziose costruzioni, costituiscono la maggior attrattiva della residenza principesca.

Con molta cura fu pure allestito un teatrino, ora trasformato in una sala dell'albergo Regina d'Inghilterra; ed un'altra festa fu indetta per la sua apertura. Si narrò che Carolina salisse sul palcoscenico sotto le spoglie di Colombina, recitando e ballando. Non può negarsi che la villa d'Este si stata la sede di non poche stravaganti imprese della Principessa, che appunto allora fu più larga del suo favore all'indegna tribù dei Pergami e degli altri parassiti, che la sfruttarono e la esposero poi al celebre e penoso processo dinanzi alla Camera dei Lords. Si arrischiavano


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