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villa melzi a bellagio.

accede al salone che guarda il lago e che due scalee ricongiungono al giardino. Il pittore Bossi, che col Manfredini fu tra gli artisti che più vivamente furono amati e protetti dal Vicepresidente, ne ornò la volta con un dipinto che rappresenta il Parnaso, opera nella sua freddezza classica, di indiscutibile valore per perfezione di disegno. sala appiani.

Ma l’occhio abbandona volentieri la composizione convenzionale e decorativa per i capolavori artistici, che ornano le sale del palazzo, e che ne fanno un museo di cose belle, tra le quali è pur dolce vivere contemplando. Ricordiamo anzitutto il ritratto di Napoleone dell’Appiani. Esso è forse il capolavoro di questo grande artista lombardo. Dono a Francesco Melzi del primo Console, egli stesso posò di fronte alla tela parecchie volte, ciò che dà alla pittura un senso di verità e di vivacità raramente raggiunte in un ritratto. Il suo occhio d’aquila, la sua mano bella e imperiosa, la sua fronte piena di genio; tutto è vivo e parlante in quest’opera, dove l’eroe d’Arcole pare abbia infuso un po’ della sua vita alla immagine. Squisito e potente pure l’autoritratto marmoreo di Michelangelo. Raramente il marmo raggiunge sotto lo scalpello tanta morbidezza e tanta precisione di dettaglio, e benchè


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