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il castello sforzesco di milano

setomba di regina della scala moglie di bernabò visconti. ne venissemo a Milano a una hora de nocte„.

Assai meno fortunata di Beatrice d’Este, Isabella d’Aragona, aveva dovuto finire per ritrarsi collo sposo in disparte, nel Castello di Pavia, per lasciare al Moro libero il campo di trasformare in vero dominio personale la tutela del giovanetto Giovanni Galeazzo, in attesa della morte di questi, avvenuta nel dicembre 1494. L’infelice giovane aveva voluto negli ultimi momenti di vita rivedere i cavalli suoi prediletti, che gli furono condotti nella stessa camera nella quale agonizzava. Rimasta vedova, Isabella ritornava a Milano, ed ecco come riponeva il piede nel Castello di Porta Giovia, nel quale cinque anni prima era entrata per la prima volta con straordinaria pompa: “Jeri sera la Duchessa Isabella giongete a Milano et la Duchessa nostra (Beatrice) li andò incontro doe milia fora de la terra, et subito la Duchessa nostra dismontò de la careta et montò ne la sua, ne la qual careta se faciva di gran pianto: et così tornasemo inverso el Castello, dove trovasemo el Duca a le porte del giardino: si cavò la bareta e acompagnola nel Castelo a la camera dove alozava prima. Poi che furono ne la camera se asetarono, et sempre la Duchessa Isabella non fece se non piangere. Et non è sì duro core che l’avesse veduta che non li fosse venuta compassione, lì con tre filioli,tomba del vescovo magaroto - sala degli «scarlioni». magra, desfata in un abito a modo de una chapa da frate, larga e longa che andava per terra, de uno pano de quattro soldi el brazo, negro non cimato, et uno pezo de burato in capo che li copriva li ochi„.

Troviamo pure argomento, nella vita di Isabella d’Aragona, per rilevare come le abitudini primitive, che ci hanno meravigliato nella vita intima della famiglia ducale, non fossero una eccezione della famiglia Sforza. Infatti, devesi ricordare come Isabella fosse nata dal matrimonio di Ippolita, figlia di Francesco Sforza, con Alfonso d’Aragona, in sèguito al quale matrimonio si erano stabiliti dei rapporti famigliari fra le due corti di Napoli e di Milano; e un ricamatore milanese, Nicolò da Gerenzano, che nel maggio 1473 si era recato alla


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