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villa amalia dei conti padulli a crevenna

è diviso in terre coltivate e da paludi o torbe, monumento geologico del dominio delle acque in questa regione.

Il nome d’Erba pare rimontare ad epoche pastorali. Qui sorgeva un castello che ora non è più. Sulle sue rovine seppe l’umana industria costruire un’amenissima villeggiatura; Leopoldo Valaperta, con bella ed utile arte, trasse profitto dalle stesse rovine del castello da lui posseduto, del quale ormai più non resta che il nome. Ridente collinetta a diversi piani tutta ricca di gelsi lo circonda, e s’apre nella sottoposta valle un’ampia prateria in mezzo a cui precipita il torrente Boccogna con pittoresca graduazione.

la chiesa antica e l’entrata della villa.

Ed altre volte era pure in Erba un convento dei Minori Riformati sotto il titolo di S. Maria degli Angioli, fondato nel 1588 dal “nobil uomo e piissimo Galdo Carpani, e dal sacerdote Leone suo nipote„. Sulle rovine di quel convento eresse un sontuoso edifizio Rocco Marliani, già avvocato e consigliere d’appello in Milano, e dal nome della propria consorte lo intitolò “Villa Amalia„. Estimatore caldo del raro ingegno del Parini, seguendo gl’impulsi del cuore, consacrò qui un monumento allo spirito dell’amico. La tomba è protetta da una macchia di lauri e il sole cadente manda cogli ultimi suoi raggi sovr’essa la lunga ombra d’un antico cipresso.

Esce da una grotta sotterranea un suono melanconico inaspettato pel passeggero. Nel monumento v’è un busto in marmo del poeta, e nella lapide si leggono scolpiti que’ suoi versi:


Qui ferma il passo, e attonito
Udrai del suo cantore
Le commosse reliquie
Sotto la terra argute sibilar.


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