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il castello sforzesco di milano


Solamente dopo la morte di Francesco Sforza, avvenuta nel 1466, il Castello cominciò ad essere residenza ducale; il nuovo Duca Galeazzo Maria dovette però, per qualche tempo, abitare ancora nella vecchia corte di Azone Visconti, ostentandovi la maggiore confidenza coi suoi sudditi: infatti, appena insediato come duca, fece annunciare che per due giorni di ogni settimana concedeva “pubblica audientia ad ogni persona, et quantuncha sia de bassa conditione, tanto più volontera sarà da me audita et bene intesa„: fu ai 28 marzo 1466, che il Duca diede “felice et benigno principio a questa sua sempre laudabile deliberatione„, che durava ancora nel gennaio 1468, poichè risulta come in quell’anno fossero stati spostati i due giorni della settimana destinati a tali udienze. Intanto si avvicinava l’epoca degli sponsali di Galeazzo Maria con Bona di Savoia: il Duca, che si proponeva di cogliere quella circostanza per trasferire la dimora nel Castello, ordinava nel febbraio 1468 che fossero messi in ordine i camini e le finestre “in lo lavorerio novo del Castello„: e l’ingegnere Bartolomeo Gadio, Commissario generale dei lavori, rispondeva: “intendo che V.a S.a vorà alogiare qui in Castello ne le case principiate l’anno passato, et me sforzarò di fare che siano fornite più presto sia possibile„.una delle finestre della corte ducale (epoca di galeazzo m. sforza). I preparativi non erano di poco conto, poichè, fra l’altro, vi si doveva allestire una stalla di 82 cavalli per la Duchessa. Gli sponsali ebbero luogo nel luglio del 1468; e sia perchè gli appartamenti ducali non avessero ancora le decorazioni interne, sia perchè il Duca desiderasse di passare liberamente i primi mesi di matrimonio, la coppia ducale abitò per qualche tempo nel giardino, in una piccola casa circondata da corsi d’acqua, denominata Cassino: una costruzione affatto rustica, le cui camere destinate a dimora ducale si trovavano attigue al pollaio.

Le replicate visite fatte da Galeazzo Maria alla Corte di Mantova, dove egli ebbe a vedere le sale decorate dal pennello del Mantegna, avevano stimolato in lui il desiderio che il Castello di Porta Giovia potesse gareggiare con quelle splendide manifestazioni d’arte: così, mentre il Gadio era ancora occupato ad allestire l’appartamento ducale, Galeazzo ordinava nel febbraio 1469 che si preparassero i ponti di servizio per il pittore Vincenzo Foppa; al tempo stesso, al pittore Baldassare che stava decorando una sala, ordinava che vi avesse a dipingere “noy et la nostra Ill.a Consorte„: mostrava pure la intenzione di ricoprire la volta di una sala con velluto “cremexile„. Nel maggio impartiva le indicazioni per sollecitare la decorazione della saletta, delle sale della torre,


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