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il castello sforzesco di milano


Alla morte di Filippo Maria Visconti (1447), il popolo milanese proclamava la Repubblica Ambrosiana, e prima sua cura fu quella di demolire il Castello, riguardato come l’asilo e la rocca della tirannide: a tutti fu lasciata piena libertà di distruggerlo e di asportarne i materiali, ma poichè tale disposizione, se favoriva il comodo saccheggio di quanto aveva qualche valore, non contribuiva affatto ad affrettare la demolizione delle massiccie murature, così si dovette ben presto sostituire, a quella disposizione, la minaccia di parecchi tratti di corda a chi solo si avvicinasse al devastato Castello. monumento funerario di bernabò visconti
già nella chiesa di s. giovanni in conca, ora nel castello sforzesco.
È quindi da ritenere che, nel breve periodo della Repubblica Ambrosiana non si raggiungesse interamente l’intento di togliere ogni traccia del Castello, e che la parte corrispondente ai sotterranei fosse rimasta ancora in discrete condizioni.

Francesco Sforza, nel 1451, tosto che ebbe la città di Milano in poter suo, si accinse a rialzare il Castello sopra quelle fondazioni viscontee. Egli dovette intanto abitare a Corte, e cioè nel palazzo Ducale, che sorgeva di fianco al Duomo, sull’area oggi occupata dal Palazzo Reale, evitando così di mostrarsi troppo diffidente verso i nuovi sudditi suoi, tanto più che, non senza artificio, egli aveva ottenuto dai milanesi di rinunciare ad una condizione giurata al momento di entrare in Milano come Duca, e cioè l’obbligo di non rialzare l’aborrita rocca di Filippo Maria Visconti; la quale licenza di ricostruzione egli aveva potuto conseguire dai milanesi “non perchè dubitasse — riferisce lo storico B. Corio — della loro fede, ma solo per ornamento della città, e sicurezza contro qualunque nemico la volesse molestare„: per la quale sicurezza, non aveva però indugiato ad innalzare, minacciose verso la città, le due massiccie torri rotonde, rivestite di granito.

Certo, al vecchio e fortunato capitano di ventura doveva sorridere l’idea di insediarsi, come Duca, là dove sorgeva la rocca viscontea, nella quale egli si era nel 1432 fidanzato all’unica figlia di Filippo Maria Visconti, a Bianca Maria, di soli


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