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Gli ultimi anni del Vico

Aggiunta del marchese di Villarosa.

Divenuto Giovan Battista Vico, com’egli stesso ci fa sapere, padre di non scarsa prole, e questa giá fatta adulta, cominciò a soffrire quei dissapori e quelle angustie che un avventuroso genitore non di rado è costretto a tollerare. Crescer vedea ogni giorno la domestica indigenza, perciocché, come confessò egli medesimo, fin dalla prima etá sua la provvidenza non volle costituirlo in agiata condizione, troncandogli tutti que’ mezzi che onestamente tentati avea per render la sua situazione migliore. Difatti egli stesso in dorso di una risposta fattagli dal cardinale Lorenzo Corsini, suo mecenate, il di cui patrocinio avea implorato per mandare alle stampe la prima edizione della Scienza nuova, e non essendo stato esaudito, scrive cosi: « Lettera di Sua Eminenza Corsini, che non ha facultá di somministrare la spesa della stampa dell’opera precedente alla Scienza nuova , onde fui messo in necessitá di pensar a questa dalla mia povertá, che restrinse il mio spirito a stamparne quel libricciuolo, traendomi un anello che avea, ov’era un diamante di cinque grani di purissima acqua, col cui prezzo potei pagarne la stampa e la legatura degli esemplari del libro, il quale, perché mel trovava promesso a divulgarlo, dedicai ad esso signor cardinale».

Il sostentamento della vita era costretto di ricavarlo tutto dallo scarso onorario della cattedra; e, niente questo bastandogli, videsi obbligato a dar in casa privata lezione di eloquenza e di lettere latine, ed ivi aveano in pregio i piú scelti gentiluomini della nostra capitale di mandarci i propri figliuoli, sicuri essendo che dal Vico, meglio di qualunque altro professore

G. B. Vico, Opere - v.

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