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le riflessioni che vi convenivano), e, 'n suo luogo, proporre la dipintura al frontispizio di quei libri, e della di lei Spiegazione scrivere altrettanti fogli ch'empiessero il vuoto di quel picciol volume; - di più, un lungo grave malore, contratto dall'epidemia del catarro, ch'allora scorse tutta l'Italia; - e finalmente la solitudine nella quale il Vico vive: - tutte queste cagioni non gli permisero d'usare la diligenza, la qual dee perdersi nel lavorare d'intorno ad argomenti c'hanno della grandezza, perocch'ella è una minuta e, perché minuta, anco tarda virtù. Per tutto ciò non poté avvertire ad alcune espressioni che dovevano o, turbate, ordinarsi o, abbozzate, polirsi o, corte, più dilungarsi; né ad una gran folla di numeri poetici, che si deon schifar nella prosa, né finalmente ad alquanti trasporti di memoria, i quali però non sono stati ch'errori di vocaboli, che di nulla han nuociuto all'intendimento. Quindi nel fine di quei libri, con le Annotazioni prime, insieme con le correzioni degli errori anco della stampa (che, per le suddette cagioni, dovettero accadervi moltissimi), die' con le lettere M ed A i miglioramenti e l'aggiunte; e sieguitò a farlo con le Annotazioni seconde, le quali, pochi giorni dopo esser uscita alla luce quell'opera, vi scrisse con l'occasione che 'l signor don Francesco Spinelli principale di Scalea, sublime filosofo e di colta erudizione particolarmente greca adornato, lo aveva fatto accorto di tre errori, i quali aveva osservato nello scorrere in tre dì tutta l'opera. Del qual benigno avviso il Vico gli professò generosamente le grazie nella seguente lettera stampata, ivi aggiunta, con cui tacitamente invitò altri dotti uomini a far il medesimo, perché arebbe con grado ricevuto le lor ammende:

«Io debbo infinite grazie a Vostra Eccellenza, perocché, appena dopo tre giorni che le feci per un mio figliuolo presentar umilmente un esemplare della Scienza nuova ultimamente stampata, Ella, tolto il tempo che preziosamente spende o in sublimi meditazioni filosofiche o in lezioni di gravissimi scrittori particolarmente greci, l'aveva già tutta letta: che per maravigliosa acutezza del vostro ingegno e per l'alta comprensione del vostro intendimento, tanto egli è stato averla quasi ad un fiato scorsa quanto averla fin