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traria»; e l’Estevan nella lett. l non fa se non deplorare che le sue ingenue lodi di quell’orazione avessero potuto far credere al Vico ch’egli presumesse diroccare la «tanto ben fondata vostra opinione». b) Il Vico afferma di non essersi voluto informare del giudizio dei dotti sull’anzidetta orazione, perché «persuaso che ne dovessero giudicare come d’un’operucciuola fatta per passatempo»; e 1’ «operucciola ch’altri giudicarebbe da passatempo» ritorna nella seconda lettera dell’Estevan (l). c) Il Vico scrive che s’era sparlato tanto della Scienza nuova perché «’l comune degli uomini è tutto memoria e fantasia»; e l’Estevan, nell’accennare ai detrattori della Scienza nuova, parla anche lui «di quel che voi dite ’raccordarsi 5 e ’fantasia 5». Pertanto, senza continuare in altri raffronti che il lettore può facilmente compiere da sé, resta assodato che il Vico, nel lodare, com’egli scrive, «codesta vostra solitudine», intendeva alludere, non giá, come pensò il Villarosa a Montella, patria del Solla, ma al villaggio di Cicciano presso Caserta, ove il napoletano Estevan s’era ritirato per motivi di salute (lett. XLVIil).

LII. — Che la lettera fosse scritta nel 1729 appare dal fatto che in quell’anno il padre Michelangelo predicò a Napoli la quaresima; che da Reggio, dalle parole «giunto appena in patria»; che dopo il 18 giugno, dalle altre «a 18 giugno giunsi in Modena».

LIV. — Come senza data e di tempo incerto, la si è collocata in coda alle altre che restano del carteggio tra il Vico e il Giacco.

LV. — Il Villarosa adottò la data del 7 maggio 1735, eh’ è quella della redazione, lievemente modificata, pubblicata nel 1736 nell’opera del Russo (cfr. pp. 287 e 289). Noi abbiam creduto restare piú fedeli alla veritá storica serbando la data della minuta autografa.

LVIII-IX. — Nell’edizione Villarosa e nelle seguenti hanno (certamente per errore materiale del Villarosa) la data del 1734; ma negli autografi si legge quella, adottata da noi, del 1732.

LXI. — Senza data, ma posteriore, certamente, di qualche giorno appena alla lettera lx.

LXII. — Che la lettera fosse scritta da Napoli, mostra il testo medesimo confrontato con quello della lettera lxix; che nel 1733, la lettera lxiii; e che nella quaresima, il fatto che il padre Daniele Concilia, quaresimalista famoso, non poteva trovarsi a Napoli se non per predicarla.

LXIV. — Che questa supplica sia anteriore di pochi giorni al 5 luglio 1734 (non possono essere molti per ragioni storiche fin troppo ovvie) risulta dal parere che su di essa die’ in quel giorno monsignor Celestino Galiani (cfr. p. 305).

LXVIII. — Anche questa volta il Villarosa segna, per errore materiale, la data del 1739 invece di quella del 1734, recata dall’autografo.

LXXVI. — Poiché la lettera risponde indubbiamente a quella del Gaeta del 28 settembre 1737 ed è a sua volta quella a cui il Gaeta ri