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quando venne il signor don Felice Lanzina Ulloa, presidente del Sacro Consiglio, il Catone de' ministri spagnuoli, in onor di cui egli con molto spirito diede altro torno e più brieve al già detto e attaccollo con ciò che restava a dire. Per una cui simile vivezza d'ingegno, che usò in lingua italiana Clemente undecimo, quando egli era abate, nell'accademia degli Umoristi in onore del cardinale d'Etré, suo protettore, cominciò appo Innocenzo decimosecondo le sue fortune, che il portarono al sommo ponteficato.

Nella quinta orazione, recitata l'anno 1705, proponsi: Respublicas tum maxime belli gloria inclytas et rerum imperio potentes, quum maxime litteris floruerunt. E si pruova vigorosamente con buone ragioni, e poi si conferma con questa perpetua successione di esempli. Nell'Assiria sursero i caldei, primi dotti del mondo, e vi si stabilì la prima gran monarchia. Quando sfoggiò la Grecia più che in tutti i tempi innanzi in sapere, la monarchia di Persia si rovesciò da Alessandro. Roma stabilì l'imperio del mondo sulle rovine di Cartagine sotto Scipione, che seppe tanto di filosofia, di eloquenza e di poesia quanto il dimostrano le inimitabili commedie di Terenzio, le quali egli insiem col suo amico Lelio lavorò, e, stimandole indegne di uscire sotto il suo gran nome, le fece pubblicare sotto quel di cui vanno, che vi dovette alcuna cosa contribuire del suo. Certamente la monarchia romana si fermò sotto Augusto, nel cui tempo risplendé in Roma tutta la sapienza di Grecia con lo splendore della lingua romana. Il più luminoso regno d'Italia sfolgorò sotto Teodorico col consiglio de' Cassiodori. In Carlo Magno risurse l'imperio romano in Germania, perché le lettere, già affatto morte nelle corti reali d'Occidente, ricominciarono a surgere nella sua con gli Alcuini. Omero fece Alessandro, il quale tutto ardeva di conformarsi in valore all'essemplo di Achille, e Giulio Cesare si destò alle grandi imprese sull'essemplo di esso Alessandro; talché questi due gran capitani, de' quali niuno ardì diffinire la maggioranza, sono scolari d'un eroe d'Omero. Due cardinali, entrambi grandissimi filosofi e teologi, ed uno, di più, grande orator sacro, Simenes e Riscegliù, quello descrisse la pianta