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(a Vienna, per lo meno, il volume giunse soltanto nel luglio 1729). Comunque, la data del 1728 reca il primo tomo della Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici di Angelo Calogerá (in Venezia, appresso Cristofaro Zane), ove, preceduto da una lettera del Calogerá ad Antonio Vallisnieri, piena di elogi pel Vico, si trova (pp. 143-256) la Vita di Giambattista Ileo scritta da se medesimo , con annesso Catalogo delle opere.

Si sono giá viste le trattative corse nel 1730 tra il Muratori e il Vico perché quest’ultimo inviasse al padre Bulgarelli un compendio della propria vita letteraria; e s’è anche accennato alla probabilitá che dalle insistenze del Muratori il filosofo fosse indotto a tornare sulla propria autobiografia. Come che andassero effettivamente le cose, alla morte di lui si trovarono fra le sue carte tre quaderni autografi, contenenti:

il primo, con numerazione (per fogli e non per pagine) da a 44, una copia a penna del testo Calogerá, corretto di tutti gli errori di stampa, e, come avverte il Vico medesimo nel secondo quaderno, «in alquanti luoghi migliorato e accresciuto»; luoghi che non si sa quali siano, perché quel primo quaderno, prestato poi da Gennaro Vico a un «uomo d’alto affare», che non lo restituí, è andato disperso;

il secondo, con numerazione da 45 a 56, la minuta d’un’aggiunta o supplemento (fino ai primi mesi del 1731) alla parte giá stampata;

il terzo (con numerazione che oggi non va oltre il numero Vili, ma che ai tempi del Villarosa conteneva qualche carta in piú, oggi dispersa), la traduzione italiana integra delle due recensioni del Ledere e (ciò che oggi manca) copia della lettera di ringraziamento del Vico: due documenti, che, come dice una postilla dell’autore, si sarebbero dovuti, nella bella copia del tutto, inserire al folio 38 tergo del primo quaderno disperso, ov’era un particolare segno di richiamo.

Il secondo e terzo quaderno superstiti (serbati giá, con le altre carte vichiane, in casa dei marchesi di Villarosa e, presentemente, nella Nazionale di Napoli, in apposita busta) non recano alcuna data di composizione. Ma che il secondo (l’aggiunta) fosse preparato nell’aprile o maggio 1731 (e il quaderno disperso, conseguentemente, poco prima) appare dal fatto che il Vico vi allude alla sua nipotina Candida, nata non prima del 5 aprile 1731, e vi afferma ancora «poche» le Correzioni, miglioramenti e aggiunte