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domar la terra a sopportar l’aratro? Poscia le plebi erranti, inerti ed empie, 620a cui apristi gli asili
ove si rifuggian da Ponte e i torti che lor faceano i violenti ingiusti, domasti a sopportar legge e fatica, e col tuo esemplo a riverire i dèi,
625e per la patria alfine,
eh’ a’ popoli conserva e moglie e figli e casa e campi e dèi, con la guerra domar genti e cittadi? Dunque, tempra l’aria fiera 630col mirare riverente
il tuo re benigno Giove, col mirare innamorato la tua Venere benigna.
E mesci insieme 635Pira d’Achille;
ma che le leggi non isconosca de la natura, né arroghi a Parme 640ogni ragione.
Mesci d’Enea l’alta pietade: ma le regine non abbandoni 645e se ne porti
col loro onore anche la vita.
Mesci l’amore del grand’ Orlando,
650ma piú temprato
da la ragione.
Con tai leggi ch’io ti reco esci, Marte, a danzar meco.