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piovi miserie, piovi
sovra ’l mio capo, empio destino acerbo; e non voler meco mostrarti avaro d’altri scempi piú infesti e piú nemici, 140eh’ i’ tua penuria e non pietá la stimo;
se non è forse invidia eh’ i’ sia ’l primo tra disperati e che mi renda chiaro essempio di dolor agl’infelici.
Ma per le pene mie i* giuro a queste 145aspre selve, solinghe, orride e meste, che non mai turberá, mentre respiro, i lor alti silenzi un mio sospiro.
Canzon, sola rimanti a pianger meco dove serbo ’l dolor, né fra la gente 150d’ir chiedendo pietate abbi vaghezza;
che l’alto mio martir conforti sprezza. Ma, se doglia compianta e’ men si sente, sdegna ch’ancor tu resti a pianger seco l’afflitto cor, che disperato vòle 155che l’aspre pene sue si sentan sole.