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I

AFFETTI DI UN DISPERATO (1692)

Lasso, vi prego, acerbi miei martiri, a unirvi insiem ne la memoria oscura, se cortesi mai séte in dar tormento; poiché son tanti, che io mio cor dura,

5di mille vostre offese i vari giri,

ch’i’ non ben vi conosco e pur vi sento: talché di rimembrar meco pavento le mie sciagure. Or voi, sospiri accesi, ite a seccarmi i pianti in mezzo al varco io del ciglio d’umor carco;

e voi, da miei sospir miei pianti offesi, tornando in giú, di lor vi vendicate con sommergerli adentro ’l mesto core, a cui per le vostr’onte ornai si toglia 15che possa la sua cruda amara doglia sfogar, poiché cosi agio non fate ch’uscendo fuor con voi il mio dolore, lasci l’albergo d’ogni nostro affetto; perch’io, finché m’ha morto, in mezzo al petto 20serbarlo vo’, se mai quel che m’avviva potrá menarmi del mio corso a riva.

Perché cadente ornai è ’l ferreo mondo e son giá instrutti a farci strazio i fati, di pari con le colpe i nostri mali 25crebber sugli altri delle prische etati

troppo altamente, poiché sotto il pondo di novi morbi i gravi corpi e frali