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Dario, or con quella di Cesare e Pompeo, or con altre, concludendo che niuna di queste, se non la seconda guerra cartaginese, può starvi a confronto; e qui fa un lungo lunghissimo parallelo tra queste due guerre. Che án che fare queste due cose con la contessa d’Althann? Il bello che vi á in questo discorso è che nella prima sola facciata vi sono due periodi, nel primo de’ quali tra ’l nome agente ed il verbo ci corrono undici versi e nel secondo quattordici. Vorrei dire di belle cose su questa orazzione, ma la carta ingomincia a mancare».

8. Nelle lettere di Pietro Giannone al fratello Carlo.

Vi si parla del V. due volte: l’una (Vienna, 13 giugno 1729) a proposito della noterella, allora ancora ignota al V., comparsa negli Acta di Lipsia; l’altra (30 luglio 1729) a proposito áe\Y Autobiografia. Nella prima si dice: «Il signor Acampora con ragione si stomaca in vedere che i compilatori degli Atti di Lipsia tanto si travagliano per intendere le fantastiche ed impercettibili idee del Vico, quando, per non torcersi il cervello, non dovrebbero nemmeno fiutare i suoi librettini. Ma bisogna compatirli, perché alle volte manca la materia per fare un giusto volume di quélranno, e vi affastellano quanto li viene alla mano». Nel che è la prova piú convincente che il G. non sapesse nulla della burla giocata al V. dall ’ignotus erro. Nell’altra lettera il G. osserva che il V. «veramente meriterebbe che il signor Capasso li facesse qualche carezza, perché, essendo ritornato qui il signor Apostolo Zeno, fra gli altri libri che ha seco portati, ha portata una Raccolta di varie operette (quella del Calogero), fra le quali vi è la Vita del Vico scritta da lui medesimo, ch’è la cosa piú sciapita e trasonica insieme che si potesse mai leggere: talché costui, non meno che il Riccardi ed il Gravina, è veramente il richiamo della sua penna, obbligandolo per forza a scrivere».

9. Nelle lettere e «consulte» di monsignor Celestino Galiani.

a) Per la nomina del Vico a istoriografo regio.

Dopo che il V., certamente incoraggiato e consigliato da monsignor Celestino Galiani, ebbe presentata la supplica inserita a p. 240 sgg. del presente volume, il marchese di Montealegre, con bi