Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/274

questo titolo: De antiquissima italorum sapíentia ex lingua e latitine originibus emenda, del quale non se ne hanno piú copie; né appresso di me, come di tutte l’altre mie, a riserva sol della Scienza nuova , si truova l’originale.

Ivi io travagliava di dimostrare che l’uomo è Dio nel mondo delle grandezze astratte e Dio è geometra nel mondo delle concrete, che è tanto dire quanto nel mondo della natura e de’ corpi. Poiché la mente umana principia la geometria dal punto, che è cosa che non ha parti e ’n conseguenza è infinito; onde è quello che egregiamente Galileo dice: che, quando siamo ridutti a’ punti, si perde ogni maggioranza, ogni minoranza, ogni egualitá; il perché i circoli concentrici e i lati de’ quadrati con le diagonali si tagliano ne’ medesimi punti, e come comincia dall’infinito, cosi all’infinito si porta con quel postulato che sia lecito di menare in infinito una linea; dentro di sé contiene gli elementi della grandezza astratta continova, che sono le proposizioni dimostrate di colai scienza; ne dispone essa le guise e, disponendole, le conosce e, conoscendole, fa il vero geometrico; tantoché non sol ne’ problemi, anco ne’ teoremi, nel geometra come in Dio, lo stesso è il conoscere e ’l fare; per lo che non si controverte in mattematica pura, perché colui col qual ragionate, in udendovi ragionare, fa quello stesso vero che fate voi. Indi poscia discendo ad esaminare la certezza e la veritá delle scienze subalterne, per quanto piú o meno partecipano di tali principi di metafisica: lo che Vostra Signoria illustrissima con una maniera non mai piú intesa insegna che le figure mattematiche, sieno figure di linee o pure di numeri, non sono miga giá segni capricciosi e fantastici, ma si caratteri e belle idee effettive e reali di quelle nature che ci producono queste idee; ed io il dissi con meno di efficacia e di lume, eh’ Ella si serve delle linee e de’ numeri non per somiglianza, come han fatto tutti i filosofi; e fa discendere i suoi principi metafisici egualmente a dimostrare cosi le perfezioni de’ corpi come quelle degli animi. Dissi «tutti i filosofi»: Vostra Signoria illustrissima ne eccettua i moderni, e piú degli altri Malebrance; ma egli il Malebrance confessa e professa la dura necessitá che naturalmente