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piú dimostrato; sicché, ciò ben compreso, si può meglio scorgere che il filo di quanto io dico non è mai rotto da quelle cose che alla prima sembrano digressioni, e fino, per quel che

10suppongo, non s’interrompe dalle critiche che di mano in mano si van facendo del senso comune e della moderna usanza, e finanche da certi ornamenti oratòri, che, servendo al fine particolare di rendere il parlare ornato e grave e grande, non trascurano mai di servire al fine primario, che è quello di mettere in chiaro la perfezione e l’imperfezione delle cose umane, che viene dall’ordine e disordine rispettivo. E, camminando io per una via cosi difficile, ci entrai francamente, perché credea che non fosse tanto disastrosa; ma poi nel corso mi ha spaventato piú volte, siccome avviene a chi entra in mare per far gran viaggio quando il mare è tranquillo, che tanto è lontano dal temerlo quanto piú lo stima spasso e sollazzo, ma poi, trovandosi in alto mare e ’l mare imperversando, lo teme tanto quanto si teme la morte.

Ma mi accorgo oramai d’essermi troppo disteso e perciò piú d’un poco abusato della sua bontá, alla quale sempre piú rendo grazie infinite per le simigliami che mi ha dispensate; e tanto meno io finirò di ringraziarla quanto meno Ella non finirá d’ istruirmi in generale ed in particolare, come scrive in una sua lettera monsignor Della Casa al suo gran Pier Vettori, mandandogli a rivedere una sua oda e dicendogli ch’egli non avea fretta nelle sue cose, piacendogli di farle e rifarle per farle meglio. E particolarmente vorrei che mi palesasse candidamente

11suo dottissimo genio per sapere s’EUa stimasse meglio di togliere dal mio stile, come io giá pensava di fare, di passo in passo alquante delle assilabazioni e alliterazioni eh’ Ella chiama frequenti ma spontanee e non ricercate, per cui io ho impiegata non poca fatica e diligenza acciocché comparissero piú naturali e necessarie che artificiali, per dare al mio stile una certa novitá e numero nuovo, che rendesse il parlare piú grato e grande, sapendo io benissimo che Cicerone le usa, ma piú di rado, ma piú frequentemente sant’Agostino, il carattere de’ quali m’è piaciuto imitare in molte cose, e specialmente nel