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come le scrissi nella prima mia lettera, il cardinale Sforza Pallavicino non ne diede ch’un embrione nel suo trattato Del bcne\ il padre Malebrance, nelle sue quantunque al suo argomento piú adatte e però poche Meditazioni metafisiche , pur v’inciampò; Ludovico Muratori ultimamente nella sua Filosofia morale non vi è punto piú riuscito; ed or vi aggiungo che ’1 Pascale e ’l Nicolio ne han professato quasi l’impossibilitá di riuscirvi con gli stessi titoli delle loro divine opere, quello di Pensieri e questo di Saggi della morale. Ma Ella dalle grandi, varie, molteplici e numerose e sempre attuose virtú del sommo pontefice Benedetto decimoterzo s’innalza a’ principi metafisici, cioè sublimi ed universali, delta virtú cristiana; e con un metodo sorprendente, ponendo per primo principio del suo sistema che le divine veritá rivelate, ch’insegna la nostra cristiana religione, non solo non pugnano con le divine veritá naturali ch’insegna la metafisica (ch’era soltanto di eh ’erano contenti finora i teologi), ma che quelle dimostrano e piú confermano queste, entra con animo ed ingegno egualmente grande nella difficilissima quistione dell’origini dell’ idee, di cui vi ha un libricciuolo intitolato Disforia de ideis, che si conduce fin da’ primi tempi della greca filosofia fin a’ nostri ultimi, ne’ quali ne hanno tanto conteso prima Arnaldo e Malebrance ed ultimamente li due piú grandi ingegni della nostra etá, il Leibnizio e ’l Neutone; e con un’altezza d’animo incomparabile, propia della vostra nascita e della vostra pietá, stabilisce come prima pianta e fondamento dello stupendo edifizio: che daU’eterno decreto dell’unione ipostatica della natura umana e divina nella persona del Verbo, ch’avevasi da incarnare, venne alle menti cosi angeliche come umane l’origine dell’ idee. Quindi discende a ragionare de’ principi cosi delle mentí come de’ corpi, e, per quanto s’appartiene a’ corpi, Ella, disapprovando tutte le fisiche per ipotesi, con una splendida e luminosa maniera ragiona di principi metafisici delle naturali cose, seguitando Pitagora, Platone, Aristotile, quali sono da Proclo, gran filosofo platonico, dimostrati in un libro fatto rado, tradotto da Francesco Patrizio col titolo De principiò physicae Aristotelis geometrice demonstralis \ la qual dot