Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/262

i monti. Onde, siccome ii signor don Giuseppe Mattioli a mie preghiere ne ha giá sparsi molti [esemplari] per Napoli, presentandoli a molti letterati di cotesta cittá, cosi col favor vostro ardisco di dire che vorrei che si facessero capitar fuori ancora, poiché ben so quanto per tutto sia riputato il vostro giudizio e riputato il nome vostro. Assicuro Vostra Signoria illustrissima che io, piú per accertarmi da ogni parte e con ciò ad accendermi vie piú a terminare il secondo libro che ivi prometto, che per ambizione, fo questa preghiera colla presente mia supplichevole lettera. A questo fine questo ecclesiastico mio famigliare ha tutta la facoltá di disponere e la prontezza di ubbidire a Vostra Signoria illustrissima. Priego il Signore a donarle lunga vita e priego Vostra Signoria illustrissima ad onorarmi all’incontro con suoi comandi. E con divozione di cuore le bacio riverentemente le mani, ecc.

Sangiorgio alla Montagna, 12 febbraio 1737.

I.XX1V

DI MONSIGNOR MUZIO DI GAETA

ARCIVESCOVO DI BARI

Chiede giudizio al Vico sul panegirico da lui composto per il papa Benedetto decimoterzo.

Avendo avuto per le mani da gran tempo una certa mia fantasia che molto abbraccia, vorrei finalmente vedere per via d’un occhio piú sottile quanto ella stringa e quanto vaglia. E, dopo molti pensieri, ho deliberato di ricorrere a Vostra Signoria illustrissima, come quella che so che non solo sa l’istoria, ma ha la scienza delle cose; e di questa condizione dev’essere il giudice mio, se la cosa che ho pensata è di questa qualitá e di modo che dá nel troppo, perché cerca ristrignere le molte veritá, anzi tutte, in una sola e semplicissima veritá che di tutte