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sognato essere stata ordinata libera con le leggi di Grecia. Ed uno scrittore sappientissimo di repubbliche non fa sopra ciò questa cotanto naturale e cotanto ovvia riflessione e non ne investiga la cagion della differenza: le repubbliche romana ed ateniese. diverse, ordinate con le medesime leggi; e le repubbliche romana e cartaginese simili, ordinate con leggi diverse? Laonde, per assolverlo d’un’oscitanza si dissoluta, è necessaria cosa a dirsi che nell’etá di Polibio non era ancor nata in Roma cotesta favola delle leggi greche venutevi ad ordinare il governo libero.

Il luogo finalmente di Livio Ch’Ella da me desidera, egli è uno de’ molti che nella terza edizione sará illustrato. Diciamo che Livio, nel principio della seconda cartaginese, professa di scrivere la storia romana con piú certezza, perché, dandole un particolare proemio, professa «bellum maxime memorabile omnium quae unquam gesta sunt, ine scripturum», e in conseguenza per tanta incomparabil grandezza ne debbon essere piú certe le memorie che dell’altre cose romane innanzi minori; e pure professa di non saperne tre grandissime circostanze:

i° i consoli sotto i quali Annibaie da Spagna prese la volta d’Italia;

20 per quali Alpi vi scese;

30 con quanto esercito, di che truova negli annali un infinito divario.

E qui fo fine, faccendole umilissima riverenza.

Napoli, 16 settembre 1736.

LXXIII

DI TOMMASO RUSSO

Prega il Vico di aiutarlo a diffondere gli esemplari del suo libro sull ’Animo umano.

Colla onorevolissima raccomandazione che Vostra Signoria illustrissima ha fatta al publico del mio libro, ho sperato che quella mia per altro sprezzevole opera potesse passare il mare e