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LXXI

DEL PADRE NICOLA CONCINA

Discorre del padre Gaspari, dal Vico raccomandato per professore a Pa dova, di Gennaro Vico, delle dottrine della Scienza nuova e di un luogo di Livio, citato dal Vico.

Se in Napoli ci fosse il bel costume che è qui in Venezia, di essere mandati dalli maestri di posta degli uomini per la cittá e per le contrade, che si segnano nelle soprascritte delle lettere, a portar queste alle case medesime di quelli ai quali sono indirizzate, non cosi facilmente si smarrirebbono, con pregiudizio della puntualitá di coloro che costá scrivono; siccome raccolgo essere accaduto a me in riguardo a Vostra Signoria illustrissima e del signor Giuseppe Cirilli, dai quali con ultime loro intendo non aver ricevuto le mie risposte a due antecedenti, delle quali mi onorarono ultimamente, di che grandemente me ne rammarico. Voglio sperare che questa volta averò miglior fortuna dell’altre.

Rendo infinite grazie a Vostra Signoria illustrissima della cognizione recatami intorno alle rarissime qualitá del padre maestro Gasperi: io non mancherò di palesarle con ogni premura, producendo l’autoritá di Vostra Signoria, che deve prevalere ad ogn’altra. Si accerti che userò qualunque diligenza per porre in alto credito il soggetto raccomandato; ma, come appunto in questo stesso ordinario scrivo al signor Cirilli, qui, oltre le testimonianze del valore de’ concorrenti alle cattedre, ci vogliono ancora degli offici di persone autorevoli, ma però di gente privata, come sono dame e cavalieri. Io mi stimerei fortunatissimo se mi riuscisse di vedere in questa nostra universitá un teologo che merita la stima di un signor Vico, la cui mente io soglio chiamare «eroica», e di cui sinceramente mi contenterei di essere scolare, anzi che professore in Padova o in qualunque altra universitá. Oh quanto mai io sospiro di conoscerla a faccia a faccia e di trattarla almeno per qualche breve tempo; il che