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Ivi tra l’opere del supplicante è numerato un Panegirico latino presentato alla detta Maestá di Filippo quinto, quando portossi qui in Napoli. Ma sopra tutte l’altre è quella de’ Principi del diritto universale , o sia del diritto naturai delle genti, che don Bernardo Tanucci, chiarissimo letterato, vostro segreta! io di giustizia, col qual esso supplicante non avea nessuna corrispondenza, in una dissertazione latina l’anno 1728 scrive essere stata la prima che sia uscita da Italia d’ intorno a tal materia; della quale esso supplicante meditò un sistema sopra principi i quali convenissero con le veritá della nostra religione cattolica, lo che non avevano fatto ne’ loro sistemi gli tre principi di tal dottrina, il Grozio in Olanda, il Seldeno in Inghilterra e ’l Pefendorfio nella Germania protestante; la qual opera ha avuto la fortuna d’essere in molta stima appresso le nazioni settentrionali, come il professa Giovanni Clerico nella sua terza Biblioteca , che è V antica e moderna , nel volume xvni all’articolo vili. Alla qual opera poi meditò di séguito i Principi di una Scienza nuova d’ intorno alla comune natura delle nazioni ; della quale l’abate Antonio Conti, nobile veneto, un de’ primi letterati d’Italia, senza essersi conosciuto col supplicante, gli scrive che nell’italiana favella non sia uscito libro che contenga piú cose erudite e filosofiche, e queste tutte originali nella specie loro, e di averne mandato un picciolo estratto in Francia per far conoscere ai francesi che molto può aggiungersi e molto correggersi sull’idea della cronologia, della morale e della giurisprudenza, sulla quale hanno molto studiato; e, perché si era tal opera fatta rarissima, invita esso supplicante a volerla ristampare con l’aggiunta di nuovi lumi, conforme ne usci la seconda impressione qui in Napoli, nel cui principio tal lettera dell’abate Conti è stampata.

Ora il supplicante si truova in grave etá, con numerosa famiglia e poverissimo, non avendo dalla sua catedra piú di soldo che cento scudi annui, con altri pochi incerti ch’esigge dal diritto delle fedi di rettorica che dá ai giovani che passano agli studi legali. Per tutto ciò priega la Maestá Vostra a degnarsi d’ impiegarlo nella carica di vostro istorico regio con

G. B. Vico, Opere - v.

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