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sulle maschere della tragedia e commedia antiche, e delle voci sparsesi per Napoli di acerbe critiche che a quel discorso avrebbe fatte il Vico, soggiunge d’aver vista, autografa, nella biblioteca del giureconsulto e magistrato Gerardo Cono-Capobianco da Pellere (1724-?) una lettera al Cirillo (Napoli, 30 agosto 1733), nella quale il Vico, mostrato anzitutto il suo dispiacimento per quelle voci bugiarde, scriveva di non aver detto altro che a quel ragionamento si sarebbero potute aggiungere tre considerazioni, omesse forse dal Cirillo semplicemente per ragioni di brevitá. Le quali considerazioni il Giustiniani riassume cosi: «1. intorno alla prima maschera che dovette trovarsi al mondo, e sostenere che fosse quella di satiro; 2. sulla etimologia della voce ’ persona"’-, 3. intorno alla difficoltá d’intendere come nelle favole drammatiche greche e latine gl’ istrioni diceansi cambiar sembianti, quando che recitavan mascherati». Senonché, col sussidio della Scienza nuova , esse possono, piú esattamente, essere ricostruite nel modo che segue:

1. La maschera primitiva fu quella di satiro, nel senso che la tragedia o satira (dramma satiresco) ebbe origine dall’uso antichissimo (di cui ancora nel secolo XVIII il Vico trovava qualche traccia linguistica nella Campania) che, nel tempo della vendemmia, i contadini (o famoli) avevano licenza dai loro padroni (o eroi) di mascherarsi rozzamente da satiri, vestendo piedi, gambe e cosce di pelli caprine, tingendosi il volto di fecce d’uva e ponendosi in fronte due corna; dopo di che, dall’alto dei carri dove si trasportavano le uve, facevano a gara — premio un tQuyoq o caprone — a chi con maggior valentia dicesse insolenze agli stessi signori.

2. Etimologia di «persona» (maschera) non è giá «per sonare» (risuonare dappertutto), ma «personari»: verbo che, analogamente al significato primitivo di «opsonarí», che è «cibarsi di carni selvaggine uccise», dovè indicare primamente le pelli di fiere con le quali vestivano gli eroi, poi quelle caprine indossate dai contadini mascherati da satiri.

3. Gli attori delle primitive favole drammatiche potevano bene, quantunque mascherati, dare al proprio viso atteggiamenti