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tratti dalla necessitá o di disperdersi nella folla del nostro fòro o, per menare piú tranquillamente la vita, esercitarsi in occupazioni che, se non gliene dissipano, certamente pur troppo gliene infievoliscono la facoltá. Non. devo per tanto io tralasciare di darle questa notizia letteraria, ma pur poco lieta per gli avanzi di esse lettere. Questi reverendi padri dell’Oratorio, con animo veramente regale e pieno di pietá inverso la patria, ban comperata la celebre libraria del chiarissimo Giuseppe Valletta per quattordicimila scudi, la quale trent’anni addietro valeva ben trentamila; ma io. che sono stato adoperato ad estimarla, ho dovuto tener conto de’ libri quanto essi vagirono in piazza, nella quale i greci e i latini, anche delle piú belle e piú corrette edizioni primiere, sono scaduti piú della mettá del loro prezzo, e il di lei maggior corpo sono si fatti libri greci e latini.
Mi perdoni Vostra Reverenza se ho ecceduti i giusti termini della lettera con alquanto di confidenza, perché ho dovuto approvarle ciò che altra volta le feci intendere dal signor abate Esperti: che in ciò Ella mi av£va comandato, se non disperava affatto, diffidava certamente di poterla servire. Ora, pregandola in altre cosse, dov’Ella mi conosca abile, di onorarmi de’ suoi comandi, umilmente riverendola, mi rassegno, ecC.
Napoli, 20 gennaio 1726.
XLVI
AL CARDINAL LORENZO CORSINI Risposta alla lettera XLIV
Rendo a Vostra Eminenza le piú umili grazie che io so e posso della benigna efficace volontá che ha di consolare me e questa mia povera casa con un qualche beneficio, onde possa elencarsi un mio figliuolo e vostro servo per nome Gennaro; ma l’alta idea ebe si ba da per invio della rara generositá che