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possente protezione e in Napoli stesso e in Roma. Ella mi dice che in Napoli vi sono de’ medici, letterati anche oltre l’arte loro, e di questi io volentieri riceverò le notizie della lor vita e de’ loro studi, supplicando essi signori a stendere le notizie stesse col metodo usato dal signor don Giambattista de Vico, che piú d’ogni altro a quest’ora ha intesa la mia idea e l’ha ottimamente posta in pratica. Insomma, io mi metto nelle mani di Vostra Signoria illustrissima, essendo sicuro che né piú onorevole né piú generoso protettore di lei io non poteva mai scegliere per l’avanzamento di questo mio divisamento, eh’ è tutto diretto alla gloria delle lettere italiane.

Veda Ella intanto se niente io posso contribuire a ubbidirla, e creda che sono con tutta l’ambizione e con tutto il rispetto, ecc.

Porcia, 16 settembre 1725.

XXXIII

AL PADRE ABATE CELESTINO GALI ANI

PROFESSORE ALLA SAPIENZA DI ROMA Raccomanda un candidato di esami e invia la prima Scienza nuova.

Il grido che qui corre de’ gentili costumi che a maraviglia adornano Vostra Paternitá riveritissima al pari della vostra grande letteratura, m’ incoraggia, innanzi che io abbia con esso lei nemmeno professato il nome di servitore, a priegarla umilmente delle sue grazie c della sua protezione nella persona del padre Mattia Petagna, frate conventuale, che si porta costá all’esame per entrare nel collegio che essi dicono di San Bonaventura, per cui Vostra Paternitá riveritissima è uno degli esaminatori destinati. Io sono interessato per lo merito di questo padre, tanto piú perché egli non altro desidera che li sia fatta sua ragione, né per compiacenza sia posposto ad altri di minor merito. Perché fossero soddisfatte cosi giuste preghiere, non