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loro Ercole tebano; ed osservando e i greci e gli egizi in ogni antica nazione un Ercole fondatore, come Varrone ne giunse a numerar ben quaranta, si ravvisano tai principi uniformi in tutte le nazioni antiche, e sono gli stessi sopra li quali i romani si governarono nelle cose si della pace come della guerra.

E, pregando Vostra Signoria illustrissima umilmente ad iscusarmi se l’ho travagliata di molto ed a seguitare a favorirmi come si generosamente ha Ella incominciato, con farle ossequiosissima riverenza mi dichiaro, ecc.

Napoli, 18 novembre 1724.

XXIX

AL CARDINAL LORENZO CORSINI

Abbozzo di lettera non spedita per ringraziare il Corsini di avere accettata la dedica della predetta opera.

Con l’umiliazione piú ossequiosa m’inchino a professare a Vostra Eminenza gl’infiniti obblighi per l’altezza dell’ animo onde ha Ella degnato con sensi si generosi e propi della vostra grandezza di gradire una mia umile e riverente offerta, che io, non avendo l’ardire da me stesso, m’avvanzai d ’umiliargliela per mezzo del signor don Francesco Boncore. Talché benedico tutte le mie lunghe e penose fatighe che per lo spazio di tanti anni ho speso nella meditazione di questa mia opera che sta per uscir alla luce, ed in mezzo alle avversitá deila mia fortuna abbia menato tant’oltre la vita, che portassi a compimento questo lavoro che mi ha prodotto il merito o, per meglio dire, la buona ventura di compiacersene un principe di Santa Chiesa di tanta sapienza e grandezza di quanto la fama da per tutto con immortali laudi la celebra. Onde, per non perdere una tanto per me onorevole occasione, con l’istessa umiltá di spirito mi fo ardito di dare a Vostra Eminenza una piena testimonianza dell’animo mio grato e riverente, di annunciare propizio questo giorno tanto nella Chiesa segnalato e memorabile...

[Napoli, 26 dicembre 1724].