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restringo dunque solamente a rendergli umilissime grazie per l’onore con cui ha voluto favorire questa nostra biblioteca h), arricchendola col suo eruditissimo libro, che senza dubbio sará un de’ piú degni ornamenti di questo sacrario di lettere. Tengo per certo che i letterati di miglior gusto uniranno con l’approvazione dell’opera l’avidamente approfittarsene. Quanto a me, ne formo un cosi risoluto giudizio, perché a cosi giudicarne mi obliga il conoscerla e giustamente ammirarla cosi ben ricca di profonda dottrina e della piú scelta erudizione: pregi che s’ incontrano in pochi quantunque de’ piú celebri e de’ piú rinomati. Pertanto, col solamente attestarle la piú ossequiosa cognizione de’ miei obligati doveri, aggiungo il rassegnarmi, ecc.

Roma, 27 settembre 1721.

XXI

DEL PADRE GIACCO

Ringrazia per l’invio del De constantia iurisprudentis, che elogia.

Per mezo del signor don Alfonso Carfora, mio genialissimo padrone ed estimatore assai parziale del valor vostro, mio riveritissimo signor Giambattista, mi fu reso giorni addietro il secondo libro della grande opera vostra. Io l’ho letto con quel gran piacere che sentirebbonvi certamente tutti gli addottrinati, se usar volessero, in leggendolo, o d’un tantino di ragionevol passione, o veramente di una indifferenza, fui per dire, affatto scettica; imperocché una delle due, se io non abbaglio, fa mestieri a ben ricevere e restar persuaso di certe veritá, come sono non poche di quelle che voi venite maravigliosamente dimostrando, opposte anche troppo alla comune invecchiata credenza e a quella malnata ritrosaggine che noi uomini abbiamo a disimparare con profitto e con lode ciò che dopo lunga stagione e fatica ci venne Iddio sa come imparato. Aggiugnete che, es (1) «Casauatense alla Minerva» (Postilla marginale del V.).