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a una famiglia emigrata dalla Spagna in Olanda e dall’Olanda in Italia, fu in rapporti epistolari anche con altri letterati italiani, tra cui il Magliabechi. Ma non egli, bensí lo stampatore ed ebraista Giuseppe ben Abraham Athias da Cordova (m. ad Amsterdam nel 1700) pubblicò la famosa edizione del testo ebraico del Vecchio Testamento ricordata dal V. (prima ediz., 1661; seconda, 1667). — Il Ledere non era giá morto, ma, come il V. pensava, per la grave etá aveva smesso gli studi e la corrispondenza letteraria.

pp. 56-9 — Filippo V venne a Napoli il 17 aprile 1702 e ne riparti il 2 giugno. Pertanto l’ incarico di scrivere « Universitatis nomine » il Pancgyricus fu dato al V. il 24 maggio. — Il duca d’ Escalona era don Giovanni Emanuele Fernandes Pacecho, ultimo viceré spagnuolo di Napoli: il 19 decembre 1704 tenne a Palazzo reale, pel compleanno di Filippo V, una solenne accademia poetica, alla tinaie partecipò il V. — Il V. aveva conosciuto Serafino Biscardi da Cosenza (1643-1711), avvocato famoso e dal 1700al 1707 reggente del Collaterale, fin dalla puerizia, nello studio notarile d’un suo fratello, chiamato Giuseppe (1661-1713?). — Prima di scrivere il Panegyricus, il V. aveva preparata (marzo 1702), parimente per incarico ufficiale, una storia della congiura detta di Macchia ( De parthenopea coniuratione), restata per allora inedita (fu pubblicata primamente dal Ferrari), perché, sembra, non piacque all’autoritá politica, la quale, a ogni modo, ne scelse un’altra, scritta da Carlo Maiello. — La traslazione nella chiesa di San Domenico Maggiore delle salme di Giuseppe Capece e Carlo di Sangro (le vittime piú cospicue della congiura di Macchia) ebbe luogo il 23 febbraio 1708: i funerali veri e propri, il 24. L’opuscolo commemorativo (Napoli, 1708) contiene una dedica epigrafica a Carlo d’Austria, firmata dal Daun, ma scritta dal V.; una descrizione dei funerali, scritta parimente dal V.; l’orazione del Laudati; una riproduzione in rame dell’altare, del tumulo e di quattordici quadri allegorici, dipinti sotto la direzione del V., piú parecchi suoi scritti poetici ed epigrafici. — Il Laudati, per lunghi anni priore del convento napoletano dei Santi Severino e Sossio, fu revisore ecclesiastico del De antiquissima e delle due Risposte al Giornale de’ letterati-, era ancor vivo nel 1720, anno in cui recitò un’orazione in morte di Virginia Pignatelli in Bonito, commemorata anche dal V. — I funerali di Giuseppe I ebbero luogo nella cappella del Palazzo reale dal 12 al 20 maggio 1711. — Quelli