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nel 1699, il processetto matrimoniale del V. — Oltre quelle del Rossi, del Cicatelli e del V., le Pompe funerali recano un’orazione spagnuola del padre Benedetto Noriega (?-I7o8), poi vescovo di Acerra.

p. 24 — Alla carica di * segretario della cittá » di Napoli, tenuta anche da altri letterati (Giulio Cesare Capaccio, Matteo Egizio, Marco Mondo, ecc.) il V. aspirò nel 1697. Il posto, per altro, fu dato (27 novembre 1697) a Giovanni Brancone. — Il concorso per la cattedra di rettorica nell’universitá di Napoli, resa vacante per la morte del sacerdote Giuseppe Toma, fu bandito nel 1697. Il V., presentatosi il 15 gennaio 1698, tenne la lezione di prova (25 ottobre 1698) sulle prime righe del capitolo 6° del III libro di Quintiliano (« ...quid sii status unde ducatur reus an actor, cum faciant et qui sint...»), ebbe dalla commissione esaminatrice dodici voti favorevoli e dieci contrari (3 gennaio 1699), e il 31 gennaio 1699 fu, con biglietto del viceré Medinaceli, nominato per un quadriennio, salvo nel 1703 a essere confermato nella cattedra. A essa era assegnato uno stipendio di cento ducati annui (425 lire;, piú altrettanti circa, pagati dagli studenti, per le cosi dette «fedi di rettorica». Inoltre, circa quel tempo, il V. apri in casa uno «studio privato», che nel 1720 gli rendeva una settantina di ducati il mese; altri proventi gli procuravano lezioni in casa di giovinetti di taluni buone famiglie; e guadagni straordinari, poesie, iscrizioni e altri lavori letterari per commissione. Insegnò fino al 1701 nell’edificio degli Studi (Museo Nazionale), dal 1701 al 1736 nel convento di San Domenico, dal 1736 al 1741 nuovamente agli Studi.

pp. 24-6 — L’accademia Palatina o di Palazzo reale s’inaugurò il 20 marzo 1698: sospesa nel settembre 1701 per la cosi detta congiura di Macchia, fu sciolta definitivamente nel febbraio 1702. Il V. vi fu aggregato a principio del 1699, e, nel prendere possesso del seggio accademico, recitò la dissertazione Delle cene suntuose de’ romatii, parte d’un largo ciclo di conferenze tenuto da quegli Accademici sulla storia romana da Giulio Cesare al Basso Impero. — Il motivo della sua immensa gratitudine verso Bacone è da riporre sopra tutto in taluni aiuti trovati dal Vico, a proposito della sua teoria sull’origine del linguaggio e della poesia, nel primo capitolo del sesto libro del De augumenlis scientianem. — Il « gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli » è da intendere nel senso che, succeduto al Medinaceli, il viceré marchese d’ Escalona, dottis