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p. 3 — Il V. nacque il 23 giugno 1668 in uno stambugio soprastante a una botteguccia in via San Biagio dei Librai, n. 31, e fu battezzato il giorno dopo nella vicina chiesetta di San Gennaro all’Olmo. Sua madre era Candida Masullo da Napoli (1633-1695 c.), figlia di Giambattista, lavorante di carrozze; suo padre, Antonio di Vico da Maddaloni (1636 C.-1708), figlio di Aniello, contadino; il qual Antonio, venuto a Napoli verso il 1656, aveva aperta una piccola libreria nella bottega sopra mentovata, trasferita poi, dal 1685al 1699, nell’altra bottega (con cameretta soprastante a uso di abitazione) sita nella stessa via, n. 23, dirimpetto il Banco della Pietá. Successivamente il V. abitò: dal 4 maggio 1699 al 1704 in una casetta al vicolo dei Giganti (ora con ingresso al vicolo dei Gerolamini, n. 15); dal 4 maggio 1704 al 1718 in una, alquanto meno piccola, al Largo dei Gerolamini, ove nel 1868 fu posta una lapide commemorativa; nel 1733 al vicolo delle Grotte della Marra, nelle case di Filippo Merenne; nel 1737 e fino al 4 maggio 1741, in un quartierino all’ultimo piano delle case di Marcantonio Principe nel vicolo delle Zite; dal 4 maggio 1741 fino al 4 maggio 1743nella via San Giovanni a Carbonara; e finalmente, dal 4 maggio 1743 alla sua morte, ai Gradini dei Santi Apostoli, in uno dei due palazzi che fanno angolo con Panzidetta strada di San Giovanni a Carbonara.

pp. 3-4 — Nell’autunno 1678 il V. tornò presso quel primo maestro privato, che giá prima della caduta aveva cominciato a frequentare presso il quale iniziò nell’anno successivo la prima delle tre classi di « umanitá » o «grammatica» (la «infima»), salvo a proseguirla presso un secondo, da cui si trattenne verisimilmente fino all’estate del 16S0. — La « scuola dei gesuiti », che il V. frequentò per un semestre (novembre 1680-aprile 1681), era quella annessa al Collegio massimo al Gesú vecchio, ov’egli entrò