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64 libro primo - sezione prima


fu gridato famoso autore d’oracoli e fu noverato tra gli antichissimi dèi fatidici; si vedrá nella Geografia poetica. Vaglia, per ora intendere quanto la Scizia fusse stata dotta in sapienza riposta, che gli sciti ficcavano un coltello per terra e l’adoravan per dio, perché con quello giustificassero l’uccisioni ch’avevan essi da fare; dalla qual fiera religione uscirono le tante virtú morali e civili narrate da Diodoro sicolo, Giustino, Plinio, e innalzate con le lodi al cielo da Orazio. Laonde Abari, volendo ordinare la Scizia con le leggi di Grecia, funne ucciso da Caduvido, suo fratello. Tanto egli profittò nella filosofia barbaresca dell’Ornio, che non intese da sé le leggi valevoli di addimesticare una gente barbara ad un’umana civiltá, e dovette appararle da’ greci! Ch’è lo stesso, appunto, de’ greci in rapporto degli sciti, che poco fa abbiam detto de’ medesimi a riguardo degli egizi: che, per la vanitá di dar al lor sapere romorose origini d’antichitá forestiera, meritarono con veritá la riprensione ch’essi stessi sognarono d’aver fatta il sacerdote egizio a Solone (riferita da Crizia, appresso Platone in uno degli Alcibiadi): ch’i greci fussero sempre fanciulli. Laonde hassi a dire che per cotal boria i greci, a riguardo degli sciti e degli egizi, quanto essi guadagnarono di vanagloria, tanto perderono di vero merito.

XXXIX

[Guerra peloponnesiaca. Tucidide, il qual scrive che fin a suo padre i greci non seppero nulla delle antichitá loro propie, onde si diede a scrivere di cotal guerra. — Anni del mondo 3530]

101Il qual era giovinetto nel tempo ch’era Erodoto vecchio, che gli poteva esser padre, e visse nel tempo piú luminoso di Grecia, che fu quello della guerra peloponnesiaca, di cui fu contemporaneo, e perciò, per iscrivere cose vere, ne scrisse la storia; da cui fu detto ch’i greci fin al tempo di suo padre, ch’era quello d’Erodoto, non seppero nulla dell’antichitá loro propie. Che hassi a stimare delle cose straniere che essi narrano, e quanto essi ne narrano tanto noi sappiamo dell’antichitá gentilesche barbare? Che hassi a stimare, fin alle guerre cartagi-