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62 libro primo - sezione prima


ammalato doveva comparire sull’asinello o dentro la carriuola innanzi al pretore, Tarquinio Prisco avesse ordinato l’insegne, le toghe, le divise e le sedie d’avolio (de’ denti di quelli elefanti che, perché i romani avevano veduto la prima volta in Lucania nella guerra con Pirro, dissero «boves lucas») e finalmente i cocchi d’oro da trionfare; nella quale splendida comparsa rifulse la romana maestá ne’ tempi della repubblica popolare piú luminosa.

XXXVI

[Esiodo. — Anni del mondo 3500]

97Per le pruove che si faranno d’intorno al tempo che fra i greci si truovò la scrittura volgare, poniamo Esiodo circa i tempi d’Erodoto e alquanto innanzi; il quale da’ cronologi con troppo risoluta franchezza si pone trent’anni innanzi d’Omero, della cui etá variano quattrocensessant’anni gli autori. Oltreché, Porfirio (appresso Suida) e Velleo Patercolo voglion ch’Omero avesse di gran tempo preceduto ad Esiodo. E ’l treppiedi ch’Esiodo consacrò in Elicona ad Apollo, con iscrittovi ch’esso aveva vinto Omero nel canto, quantunque il riconosca Varrone (appresso Aulo Gellio), egli è da conservarsi nel museo dell’impostura, perché fu una di quelle che fanno tuttavia a’ nostri tempi i falsatori delle medaglie per ritrarne con tal frode molto guadagno.

XXXVII

[Erodoto, Ippocrate. — Anni del mondo 3500]

98Egli è Ippocrate posto da’ cronologi nel tempo de’ sette savi della Grecia. Ma, tra perché la di lui vita è troppo tinta di favole (ch’è raccontato figliuolo d’Eusculapio e nipote d’Apollo), e perch’è certo autore d’opere scritte in prosa con volgari caratteri, perciò egli è qui posto circa i tempi d’Erodoto, il qual egualmente e scrisse in prosa con volgari caratteri e tessè la sua storia quasi tutta di favole.