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annotazioni alla tavola cronologica 55


ed esso partorisce Minerva dal capo. Ed infine, se Saturno fa figliuoli, gli si divora. I quali esempli, e potenti esempli divini (contengansi pure cotali favole tutta la sapienza riposta, disiderata da Platone infino a’ nostri tempi da Bacone di Verulamio, De sapientia veterum ), come suonano, dissolverebbero i popoli piú costumati e gl’istigherebbero ad imbrutirsi in esse fiere d’Orfeo; tanto sono acconci e valevoli a ridurre gli uomini da bestie fiere all’umanitá! Della qual riprensione è una particella quella che degli dèi della gentilitá fa sant’Agostino nella Cittá di Dio, per questo motivo dell’Eunuco di Terenzio: che ’l Cherea, scandalezzato da una dipintura di Giove ch’in pioggia d’oro si giace con Danae, prende quell’ardire, che non aveva avuto, di violare la schiava, della quale pur era impazzato d’un violentissimo amore.

81Ma questi duri scogli di mitologia si schiveranno co’ principi di questa Scienza, la quale dimostrerá che tali favole, ne’ loro principi, furono tutte vere e severe e degne di fondatori di nazioni, e che poi, con lungo volger degli anni, da una parte oscurandosene i significati, e dall’altra col cangiar de’ costumi che da severi divennero dissoluti, perché gli uomini per consolarne le lor coscienze volevano peccare con l’autoritá degli dèi, passarono ne’ laidi significati co’ quali sonoci pervenute. L’aspre tempeste cronologiche ci saranno rasserenate dalla discoverta de’ caratteri poetici, uno de’ quali fu Orfeo, guardato per l’aspetto di poeta teologo, il quale con le favole, nel primo loro significato, fondò prima e poi raffermò l’umanitá della Grecia. Il qual carattere spiccò piú che mai nell’eroiche contese co’ plebei delle greche cittá; ond’in tal etá si distinsero i poeti teologi, com’esso Orfeo, Lino, Museo, Anfione, il quale de’ sassi semoventi (de’ balordi plebei) innalzò le mura di Tebe, che Cadmo aveva da trecento anni innanzi fondata; appunto come Appio, nipote del decemviro, circa altrettanto tempo dalla fondazione di Roma, col cantar alla plebe la forza degli dèi negli auspici, della quale avevano la scienza i patrizi, ferma lo stato eroico a’ romani. Dalle quali eroiche contese ebbe nome il secolo eroico.