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54 libro primo - sezione prima


uomini (cioè con l’ordine della disciplina iconomica, nello stato delle famiglie); — Elleno, da settecento anni innanzi, aveva associati con la lingua e v’aveva sparso per tre suoi figliuoli tre dialetti; — la casa d’Inaco dimostrava esservi da trecento anni innanzi fondati i regni e scorrervi le successioni reali. Viene finalmente Orfeo ad insegnarvi l’umanitá; e, da un tempo che la truova tanto selvaggia, porta la Grecia a tanto lustro di nazione ch’esso è compagno di Giasone nell’impresa navale del vello d’oro (quando la navale e la nautica sono gli ultimi ritruovati de’ popoli), e vi s’accompagna con Castore e Polluce, fratelli d’Elena, per cui fu fatta la tanto romorosa guerra di Troia. E, nella vita d’un sol uomo, tante civili cose fatte, alle quali appena basta la scorsa di ben mill’anni! Tal mostro di cronologia sulla storia greca nella persona d’Orfeo è somigliante agli altri due osservati sopra: uno sulla storia assiriaca nella persona di Zoroaste, ed un altro sull’egiziaca in quelle de’ due Mercuri. Per tutto ciò, forse, Cicerone, De natura deorum, sospettò ch’un tal Orfeo non fusse giammai stato nel mondo.

80A queste grandissime difficultá cronologiche s’aggiungono non minori altre morali e politiche: che Orfeo fonda l’umanitá della Grecia sopra esempli d’un Giove adultero, d’una Giunone nimica a morte della virtú degli Ercoli, d’una casta Diana che solecita gli addormentati Endimioni di notte, d’un Apollo che risponde oracoli ed infesta fin alla morte le pudiche donzelle Dafni, d’un Marte che, come non bastasse agli dèi di commetter adultèri in terra, gli trasporta fin dentro il mare con Venere. Né tale sfrenata libidine degli dèi si contenta de’ vietati concubiti con le donne: arde Giove di nefandi amori per Ganimede; né pur qui si ferma: eccede finalmente alla bestiale, e Giove, trasformato in cigno, giace con Leda: la qual libidine, esercitata negli uomini e nelle bestie, fece assolutamente l’infame nefas del mondo eslege. Tanti dèi e dèe nel cielo non contraggono matrimoni; ed uno ve n’ha, di Giove con Giunone, ed è sterile; né solamente sterile, ma anco pieno d’atroci risse; talché Giove appicca in aria la pudica gelosa moglie,