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28 idea dell’opera


tra’ caldei, sciti, egizi, germani e tutte le altre nazioni gentili antiche; quantunque la scrittura geroglifica piú si conservò tra gli egizi, perché piú lungo tempo che le altre furono chiusi a tutte le nazioni straniere (per la stessa cagione onde si è truovata durare tuttavia tra’ chinesi), e quindi si forma una dimostrazione d’esser vana la lor immaginata lontanissima antichitá.

33Però qui si danno gli schiariti principi come delle lingue cosí delle lettere, d’intorno alle quali ha finora la filologia disperato, e se ne dará un saggio delle stravaganti e mostruose oppenioni che se ne sono finor avute. L’infelice cagione di tal effetto si osserverá ch’i filologi han creduto nelle nazioni esser nate prima le lingue, dappoi le lettere; quando (com’abbiamo qui leggiermente accennato e pienamente si pruoverá in questi libri) nacquero esse gemelle e caminarono del pari, in tutte e tre le loro spezie, le lettere con le lingue. E tai principi si rincontrano appuntino nelle cagioni della lingua latina, ritruovate nella Scienza nuova stampata la prima volta — ch’è l’altro luogo degli tre onde di quel libro non ci pentiamo; — per le quali ragionate cagioni si sono fatte tante discoverte dell’istoria, governo e diritto romano antico, come in questi libri potrai, o leggitore, a mille pruove osservare. Al qual esemplo, gli eruditi delle lingue orientali, greca e, tralle presenti, particolarmente della tedesca, ch’è lingua madre, potranno fare discoverte d’antichitá fuori d’ogni loro e nostra aspettazione.

34Principio di tal’origini e di lingue e di lettere si truova essere stato ch’i primi popoli della gentilitá, per una dimostrata necessitá di natura, furon poeti, i quali parlarono per caratteri poetici; la qual discoverta, ch’è la chiave maestra di questa Scienza, ci ha costo la ricerca ostinata di quasi tutta la nostra vita letteraria, perocché tal natura poetica di tai primi uomini, in queste nostre ingentilite nature, egli è affatto impossibile immaginare e a gran pena ci è permesso d’intendere. Tali caratteri si truovano essere stati certi generi fantastici (ovvero immagini, per lo piú di sostanze animate, o di dèi o d’eroi, formate dalla lor fantasia), ai quali riducevano tutte le spezie o tutti i particolari a ciascun genere appartenenti; appunto